La diga del Molato, in Val Tidone

Il lago di Trebecco è un lago artificiale situato stuato in media val Tidone. Viene formato da uno sbarramento chiamato diga del Molato che, intercettando le acque del torrente Tidone, forma un bacino situato per la sua parte nord sul territorio del comune di Nibbiano, in provincia di Piacenza e per la parte sud su quello di Zavattarello in provincia di Pavia.

Oltre al tidone altri torrenti contribuiscono all’alimentazione: il Morcione che scende da Zavattarello e i più piccoli, il rio Cabarato e il fosso della Fega est e il fosso del Vago e il fosso delle Carrare a ovest.
Il suo nome deriva dall’antico borgo di Trebecco, oggi frazione di Nibbiano, che al tempo della costruzione della diga era comune autonomo, sito all’interrno della giurisdizione provinciale pavese, di cui faceva parte la porzione di vallata interessata alla costruzione del bacino. Il lago viene costeggiato dalla strada provinciale 412 della val Tidone.

La diga fu commissionata dal Consorzio di bonifica della val Tidone e costruita a partire dal 1921 lungo il torrente Tidone ai piedi del Monte Bissolo, sulle cui pendici si trova Trebecco. Fu  ideata per regolare il deflusso delle acque (difendendo la campagna a valle dalle rovinose piene del torrente) allo scopo di formare una riserva per l’irrigazione e per produrre 30 milioni di KWh all’anno, sfruttando le condizioni altimetriche e utilizzando l’acqua in tre stazioni generatrici.

Il bacino artificiale venne chiamato “lago di Trebecco” poichè all’epoca della costruzione, e fino al 1928, l’area su cui sorse faceva parte del territorio comunale di Trebecco; dopo l’unificazione territoriale, entrò comunemente in uso la denominazione si “lago del Molato”. Il progettista fu l’ing. Augusto Ballerio e il direttore tecnico dei lavori l’ing. Guido Comboni.

Ad imprese precedenti subentrò nel 1923 la ditta Filippa di Torino che fu per il paese un vero benefattore: fece infatti costruire un piccolo teatro all’interno delle scuole elementari, un nuovo asilo e, a Montelungo di Ruino in provincia di Pavia, un santuario dedicato alla Madonna in stile neo-romantico, a titolo di ringraziamento per il compimento dell’opera. La costruzione della diga fu un lavoro molto faticoso: numerose operazioni venivano eseguite manualmente, la ghiaia ed il cemento venivano trasportati da Caminata alla diga con dei carretti.

L’opera terminò nel 1928; la grandiosa diga ad archi multipli e speroni, interamente in calcestruzzo armato, è alta 55 metri sul piano di fondazione e lunga 180 metri sul fronte e 322 metri comprese le strutture laterali. La capacità iniziale del lago-serbatoio 12,5 milioni di metri cubi si è ridotta, in seguito all’inevitabile processo di interramento del bacino, a circa 10,5 milioni.

Il bacino è lungo due chilometri e mezzo e per un tratto penetra nel territorio pavese di Zavattarello; nel punto di maggiore ampiezza è largo 750 metri. L’impianto prevede tre sistemi per il deflusso delle acque: un primo scarico, per le acque di superficie, situato nella parte centrale dello sbarramento; il secondo posto in una galleria sulla sponda destra; il terzo viene utilizzato per convogliare l’acqua necessaria alla produzione di energia elettrica. la stabilità della diga viene verificata periodicamente con collimatori che ne controllano gli spostamenti: nel corso degli anni sono continuati i lavori di consolidamento mediante iniezioni di cemento speciale per garantire l’impermeabilità della struttura.

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